DIMAGRIRE CON L’IPNOSI
In generale, sappiamo che i disturbi del comportamento alimentare sono estremamente diffusi, pur risultando sommersi, almeno in parte, dal momento che i pazienti tendono a non riferirli e accade spesso che li considerino un problema secondario ad altre condizioni. La prevalenza dei disordini alimentari risulta essere maggiormente elevata nei paesi industrializzati rispetto ai paesi in via di sviluppo. In particolare, questa categoria di disturbi colpisce maggiormente le fasce giovani della popolazione: giovani adulti e adolescenti rappresentano i soggetti più a rischio. L’origine dei disturbi della condotta alimentare sembra essere, per così dire, multifattoriale: accanto a una significativa influenza dell’ambiente e delle relazioni che in esso hanno luogo, assume una rilevanza variabile il patrimonio genetico della persona e quindi una eventuale predisposizione. Affrontare i disturbi del comportamento alimentare all’interno di un setting psicoterapeutico specializzato consente di intervenire sulla sintomatologia associata alle problematiche caratteristiche dei disturbi, coinvolgendo in alcuni casi anche il sistema familiare della persona, invitando in questo modo ad un cambiamento generalizzato perfino delle abitudini quotidiane. In seguito a un adeguato percorso psicoterapeutico, meglio se associato a ulteriore trattamento medico, si registrano miglioramenti nei pazienti con disordine alimentare circa nell’80% dei casi.
Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, giunto alla sua quinta edizione – DSM V – classifica questa categoria di disturbi sotto il titolo “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, e afferma che essi risultano caratterizzati da “un persistente disturbo dell’alimentazione oppure da comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. Dedico questo articolo all’approfondimento delle potenzialità dell’ipnosi per sostenere il paziente impegnato in un percorso dietetico finalizzato al dimagrimento, e quindi concentrerò la mia riflessione proprio su tale versante. L’obesità non compare tra i disturbi classificati nel DSM V e ciò suggerisce che chi presenta un eccesso di grasso corporeo non necessariamente è afflitto da disturbi della sfera psichica. Tuttavia, sappiamo che statisticamente l’obesità si manifesta in associazione al binge-eating, e cioè a ricorrenti episodi di abbuffate che caratterizzano la vita del paziente, accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo durante gli episodi stessi.
Quando il paziente decide di ricorrere ad un trattamento medico specialistico allo scopo di attenersi ad un regime alimentare ipocalorico e sano, l’intervento dello psicoterapeuta può senza dubbio configurarsi come un sostegno in grado di ottimizzare le possibilità di conseguire e mantenere il peso forma cui la persona vuole arrivare per raggiungere benessere e salute. Inoltre, integrare le tecniche ipnotiche all’interno del percorso psicoterapeutico significa potenziare le risorse interne del paziente al servizio dell’obiettivo da raggiungere, in questo caso la perdita di peso. L’ipnosi rappresenta un valido strumento per perdere le cattive abitudini alimentari, anche nel caso in cui si ripetano da molti anni, e lavorando direttamente a contatto con la sfera emotiva della persona, risulta possibile alterare in senso positivo la percezione degli episodi di abbuffata che, se inibiti improvvisamente dall’impegno di una dieta ipocalorica, sono vissuti come una proibizione sul versante punitivo, e non come una vittoria della personale volontà di sentirsi meglio e in salute. L’aiuto sostanziale che l’ipnosi può offrire in questo campo trova una importante motivazione nel fatto che accade spesso che il dietologo o il nutrizionista, prescrivendo la dieta al paziente, non prendono in considerazione l’educazione nutrizionale della persona, sottovalutando quanto trasformazioni alimentari improvvise possano incidere sulle abitudini quotidiane, implicando stress eccessivi e a più livelli. Questo rappresenta uno dei principali fattori responsabili dell’abbandono della dieta, e con essa dell’approdo a un regime alimentare più sano. A ciò si aggiunga a che il paziente che rinuncia alla dieta sperimenta un bassissimo senso di auto efficacia, che a sua volta determinerà conseguenze sul suo senso globale di autostima. Il grande risultato che l’ipnosi consente di raggiungere è quello di portare la persona a rafforzare le risorse interne e a cambiare il punto di vista da cui guarda il rapporto con i cibi: solo allora la scelta di nutrirsi di alimenti sani e ipocalorici sarà autenticamente voluta e spontanea.
BIBLIOGRAFIA
American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione (DSM-5), Raffaello Cortina editore