IPNOSI E REGRESSIONE IPNOTICA
L’ipnosi, come sappiamo, consiste in uno stato naturale di coscienza che tutti noi sperimentiamo spontaneamente e a più riprese nel corso della giornata. Si pensi, per esemplificare, a quando siamo alla guida e ci accorgiamo di non avere un ricordo nitido della strada appena percorsa, pur avendo rispettato limiti di velocità, semafori e ogni sorta di segnale stradale. Questo si verifica quando siamo guidatori esperti e quando conosciamo il percorso, ovverosia quando non abbiamo la necessità di richiamare la nostra modalità di funzionamento di concentrazione psichica attiva. Possiamo dunque permetterci il lusso, in tali circostanze, di inserire il “pilota automatico” e procedere sulla strada mentre la nostra mente (sempre comunque pronta a reagire all’istante a qualunque stimolo anomalo e inatteso) fluttua nei pensieri e nelle fantasie che essa stessa richiama. A partire da tale esempio, mi preme sottolineare come l’ipnosi sia un fenomeno del tutto naturale, che il bravo terapeuta specializzato nelle induzioni ipnotiche semplicemente sfrutta allo scopo di agire su un canale aperto e disponibile nel paziente indagando le aree coinvolte nel problema presentato e esplorando le possibili strategie solutorie.
Questi sono i fondamenti sui quali poggia l’ipnosi regressiva, ovvero una procedura che può essere fruttuosamente impiegata in psicoterapia e che consente di tornare indietro nel tempo allo scopo di ricercare le origini dei disturbi, delle problematiche ovvero dei conflitti attuali per portarli alla coscienza e a definitiva risoluzione. Pur trattandosi di una tecnica sperimentale, l’ipnosi regressiva riporta un alto profilo di efficacia.
La possibilità di accedere a memorie lontane rimosse – alle scene della vita che hanno determinato la costituzione di credenze disfunzionali e limitanti e, in conseguenza di ciò, disagio esistenziale per il paziente – produce nuove consapevolezze in tempi brevi, e questo ben si coniuga con l’approccio strategico che caratterizza il mio intervento psicoterapeutico. Le sedute sono, dunque, limitate nel tempo poiché la regressione ipnotica consente di raggiungere significativi risultati in tempistiche sorprendenti.
Generalmente, nel corso del primo incontro con il paziente procedo alla raccolta anamnestica che consente ad entrambi di chiarire qual è il percorso terapeutico maggiormente idoneo per la problematica presentata. In effetti, è bene precisare che l’ipnosi regressiva non è una panacea che guarisce da ogni male o difficoltà, ma piuttosto consiste in una procedura che porta risultati fruttuosi per determinate categorie di pazienti. Come, infatti, illustro nel sito, altre modalità di lavoro che applico sono la terapia strategica verbale, l’ipnosi dinamica e l’ipnosi moderna di Milton Erickson, adeguate per altri casi clinici.
Per quanto riguarda i disturbi efficacemente trattati in stato regressivo, l’ipnosi si è rivelata efficace nei disturbi d’ansia e di panico, nel trattamento della depressione, dei disturbi dell’alimentazione, nella terapia dei disturbi ossessivo-compulsivi, nelle manifestazioni psicosomatiche e, per finire, nei disturbi postraumatici da stress. Di regola, risulta controindicata in pazienti con esordio psicotico.
Per ricevere ulteriori informazioni scrivimi, sarò lieta di approfondire.
Riferimento bibliografico
A. Bona (2003), Ipnosi regressiva e psicoterapia dell’entusiasmo, Edizioni Mediterranee, Roma