Ipnosi e terapia della balbuzie
La balbuzie, che può essere tonica oppure clonica, è classificata come un’alterazione del versante elocutorio e non del linguaggio in sé; tale disfunzione presenta caratteristiche specifiche in grado di interferire con la fluenza del discorso orale. In particolare, la fluidità della pronuncia risulta interrotta da involontari prolungamenti dei suoni, delle frasi o delle parole e da altrettanto involontari blocchi dell’eloquio, infine da involontarie ripetizioni delle sillabe. La normale fluidità della comunicazione risulta dunque compromessa e nei casi più gravi il disturbo assume carattere spasmodico. Quando viene diagnosticata una balbuzie tonica si evidenzia nel paziente uno stato tensivo che interessa sia la vocalizzazione che la gestualità; nel caso della balbuzie clonica si ha, invece, la ripetizione spastica delle sillabe o di una sillaba, spesso la prima della frase che il soggetto ha in mente di pronunciare. La balbuzie può avere un impatto particolarmente significativo sui livelli cognitivi e affettivi del paziente, e tale impatto sembra essere caratterizzato da una dose di reciprocità. Rispetto ad altri disturbi, l’impatto sociale e affettivo della balbuzie è generalmente sottostimato. In realtà, anche una balbuzie lieve può avere importanti implicazioni dal punto di vista psicologico e sociale, anche nel lungo periodo. Sulle cause di questo disturbo sono state avanzate diverse ipotesi, sia di natura organicistica, ovvero da riferire a un possibile stato di eccitabilità neurovegetativa, oppure legata a traumi cerebrali o a encefaliti, e di natura psicogena, che rinvia a conflitti acquisiti nell’adattamento all’ambiente, nel rapporto con i genitori, in aspetti fobici che si instaurano nel soggetto di fronte ai primi ostacoli della comunicazione verbale, nei rapporti interpersonali a forte carica ansiogena e, infine, correlati a vissuti difficoltosi in contesti carichi di proibizioni. Di notevole importanza è la considerazione che spesso il bambino balbuziente non presenta il sintomo quando crede di non essere osservato. Questo dato ha consentito di considerare la balbuzie come una reazione psicologica legata a una conflittualità che merita di essere affrontata nel setting terapeutico. L’incidenza della balbuzie è del 1% circa dei bambini, in maggioranza maschi (3-4 bambini per una bambina). L’esordio in genere si verifica tra i tre e i cinque anni. Più tardi, nell’infanzia o nell’adolescenza, una balbuzie può sopravvenire, talvolta l’improvviso, dopo uno shock affettivo emozionale. Le emozioni rivestono in questo disturbo un ruolo molto importante. Per esempio la balbuzie si accentua allorché la relazione è in grado di scatenare nel soggetto un’emozione forte, e si attenua oppure sparisce allorché le emozioni sono più facilmente controllabili (dialogo con un oggetto o un animale, canto, testo conosciuto a memoria). Gli elementi a supporto dell’idea che il soggetto balbuziente veda esacerbato il disturbo in contesti a forte valenza emozionale indicano che l’aspetto cognitivo e la percezione del contesto svolgono un ruolo importante nella produzione della balbuzie, poiché tali elementi sono percepiti e identificati come rischiosi dal paziente. Attraverso l’applicazione di specifiche tecniche ipnotiche è possibile cambiare la percezione del contesto che evoca sensazione di paura e pericolo nel soggetto balbuziente. L’ipnosi ci consente di entrare in uno stato mentale diverso, di maggiore accessibilità ai vissuti conflittuali e gravosi, che possono emergere con una buona rapidità, e sui quali intervenire allo scopo di modificare credenze e percezioni disfunzionali.
Diversi ricercatori hanno impiegato l’ipnosi per la gestione e il trattamento della disfonia e di origine psicogena e della balbuzie, e i risultati dei loro studi hanno dimostrato che l’ipnoterapia è un dispositivo efficace (Kaya, Y., & Alladin, A., 2012). Alcuni autori si sono focalizzati soprattutto sul potenziamento dell’autostima del soggetto balbuziente e sul rafforzamento del senso di sé (Gibson, H. B., & Heap, M., 1991; Kraft, T., 1994), quali variabili in grado di ridurre l’ansia nei contesti percepiti come minacciosi.
La mia scelta nel trattamento della balbuzie è quella di utilizzare l’ipnosi per lavorare contemporaneamente sulla riduzione dell’ansia e su un generale rafforzamento della personalità del paziente, dedicando un’attenzione specifica alle tecniche immaginative in grado di evocare contesti e circostanze connessi alla manifestazione del disturbo. Dunque, propongo un percorso di psicoterapia ipnotica, un modello di psicoterapia breve con sessioni di ipnosi ad ogni seduta.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Kaya, Y., & Alladin, A. (2012), Hypnotically Assisted Diaphragmatic Exercises in the Treatment of Stuttering: A Preliminary Investigation, International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 60(2), 175-205.
Gibson, H. B., & Heap, M. (1991), Hypnosis in therapy, Psychology Press.
Kraft, T. (1994), Successful treatment of a case of stuttering, with a 10-year follow-up, Contemporary Hypnosis.