CURARE L’AMNESIA PSICOGENA CON L’IPNOSI

 In Quando usare l'ipnosi

Con il termine amnesia si intende una difficoltà a ricordare, che può essere più o meno marcata e che può riferirsi a singoli episodi oppure a periodi più estesi nel tempo. L’amnesia può avere una causa organica oppure psicogena. Nel caso di amnesie di natura organica, esse differiscono sulla base delle strutture cerebrali interessate, che possono presentarsi compromesse in maniera transitoria o, al contrario irreversibile. In tali casi, l’entità del disturbo amnestico dipende, dunque, dalla localizzazione del danno e dalla relativa sua estensione. Ci riferiamo, invece, all’amnesia psicogena laddove si verificano difficoltà di recupero di ricordi in soggetti con struttura cerebrale indenne. Molto spesso si verifica amnesia psicogena in seguito a esordio psicotico oppure in conseguenza di traumi, i cui contenuti e le cui rappresentazioni non accedono alla coscienza allo scopo di salvaguardare l’economia psichica della persona. L’amnesia può essere anterograda se interessa i fatti successivi all’evento amnesiogeno, retrograda se riguarda i ricordi precedenti, retroanterograda nel caso in cui l’oblio attraversa entrambi i periodi. L’amnesia psicogena è prodotta, quindi, da disturbi di natura affettiva ed è questa la ragione per la quale il paziente che ne soffre mantiene la possibilità di recuperare le memorie attraverso un trattamento psicoterapeutico. Lo stesso Freud aveva intuito come il lavoro di analisi potesse far riemergere il rimosso, e su questo fondamento ha edificato l’impalcatura della teoria psicoanalica. L’ipnosi rappresenta senza dubbio uno strumento elettivo per trattare le problematiche connesse all’oblio conseguente a stati affettivi eccezionali, legati allo stress, al trauma, a episodi in cui si dimentica ciò che non si vuole ricordare in quanto incompatibile con l’immagine di sé. Diversi studi portati avanti con la Dissociative Experience Scale (DES; Putnam et al., 1986), mostrano come gli eventi di amnesia psicogena siano statisticamente in relazione alla schizofrenia (21%), allo stress postraumatico (31%), ai disturbi di personalità multipla (57%), configurandosi come una vera e propria modalità di strutturazione difensiva. Potremmo definire la trance ipnotica come una esperienza di dissociazione controllata, indotta e transitoria (Spiegel, 1990) e questo rappresenta un canale privilegiato per tornare lì e allora, quando il paziente ha vissuto l’episodio amnesiogeno, allo scopo di riconquistare le memorie e tornare a vivere una dimensione del Sé integrata. In effetti, le neuroscienze hanno dimostrato che durante l’esperienza della trance in ipnosi si attivano le zone cerebrali della corteccia cingolata anteriore, la corteccia temporale e il precuneo: tutte aree in stretta connessione con i quadri operativi del sistema della memoria. Durante la trance ipnotica i pazienti con disturbo amnestico hanno la preziosa opportunità di resuscitare episodi del passato ad alta carica emozionale e guidati dal terapeuta possono richiamare ricordi rimossi, ricercando e sperimentando una catarsi emozionale. Come detto in apertura del presente approfondimento, alcuni degli eventi sottoposti a rimozione hanno un potere molto forte sul piano affettivo, e l’amnesia risulta, dunque, funzionale alla tutela dell’economia psichica della persona. Questa è la ragione per la quale sento di raccomandare interventi professionali condotti da personale esperto e specificamente formato, che sia in grado di governare un processo tanto delicato e che sia capace di gestire un setting che deve essere avvolgente e contenitivo.
L’ obiettivo terapeutico che mi pongo con questa categoria di pazienti è la strutturazione, la definizione e l’integrazione dell’Io nella continuità autobiografica e temporale, sostenendo la coesione del Sé. La terapia in trance consente, inoltre, di ripercorrere il susseguirsi degli eventi che appartengono alla storia personale, ristrutturando e dando senso al sintomo amnestico all’interno della vicenda esistenziale della persona.

 
Riferimenti bibliografici
Spiegel D., (1990), Trauma, dissociation and hypnosis. In: Kluft, R.P. (a cura di) Incest-Related Syndromes of Adult Psycopathology
Putnam F.W.(1986), Development, reliability, and validity of a dissociation scale.

Dott.ssa Maria Novella Grimaldi
Dottoressa Maria Novella GrimaldiDa circa 20anni esperta di ipnosi strategica, ipnoterapia ericksoniana, ipnosi dinamica e regressiva. Laureata in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzata in Approccio Breve e Strategico. Da anni utilizzo quotidianamente questo approccio insieme all’ipnosi, durante il percorso terapeutico l’attenzione non viene posta sul passato ma sul presente e sul futuro. Questo tipo di intervento si avvale di tecniche specifiche tra cui ricordo il Training Autogeno, la desensibilizzazione sistematica, l’ipnosi etc. Oltre ad usare le tecniche di rilassamento e l’ipnosi in ambito clinico conduco presso l’Istituto per lo Studio Delle Psicoterapie corsi, riservati a medici e psicologi, per conduttori di Training Autogeno, Tecniche Ipnotiche e R.A.T. Mail: marianovellagrimaldi@gmail.com
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