Ipnosi e Riprogrammazione dell’Inconscio
Se alcune delle nostre memorie remote, fissate in modo indelebile nelle nostre menti, fossero in verità frutto dell’immaginazione, oppure il frutto di una manipolazione della realtà, sarebbe, di fatto, impossibile da determinare se non ricorrendo a prove e testimonianze relative in grado di confermare o smentire il ricordo in questione. Anche se può suonare strano, questo processo di alterazione dei fatti ricordati accade regolarmente, molto spesso nel tentativo di allontanare da sé la memoria di esperienze fonte di dolore o di frustrazione. E’ solo uno dei meccanismi di difesa attivati dal cervello allo scopo di contenere i potenziali danni connessi ad esperienze spiacevoli. Di fatto, oggi sappiamo che la memoria non è un semplice deposito di dati e informazioni, ma rappresenta un complesso processo di immagazzinamento, ritenzione e recupero degli stessi che, per compiersi, necessita di un’attiva rielaborazione dei contenuti piuttosto che di una passiva ricezione di essi. Questo implica sempre che il contenuto recuperato dalla memoria sia una ricostruzione, piuttosto che una fedele ed accurata rievocazione dell’informazione originaria. Può verificarsi, dunque, la completa o parziale rimozione di un evento dalle stanze della memoria oppure, piuttosto, la deformazione di un episodio, o perfino la sostituzione con eventi che non si sono realmente verificati, ma si rivelano utili a mantenere la persona nel suo equilibrio, che può essere più o meno funzionale. Del resto, finché non si scoprirà quale leva schiacciare perché la sofferenza venga spazzata via dalle stanze della memoria, la mente continuerà autonomamente a compiere il suo lavoro per alterare quello che non è in grado di sopportare. E, nel continuo, inconsapevole, processo di rielaborazione e trasformazione, accade spesso che si depositino anche delle credenze limitanti, delle affermazioni negative, dei pensieri e delle convinzioni che danneggiano l’immagine personale e ostacolano il benessere e il raggiungimento del successo. Sono questi i casi in cui una psicoterapia strategica combinata con l’ipnosi si rivela particolarmente utile per riprogrammare l’inconscio e sanare le ferite più ataviche.
Un ottimo metodo per intervenire sui contenuti dell’inconscio e ottenere i cambiamenti desiderati è la tecnica delle Affermazioni Positive. Tale modalità consiste nel ripetere regolarmente alcune frasi specifiche circa quello che la persona desidera essere, avere o diventare. Ed è così che, giorno dopo giorno, i materiali inconsci interessati dalle affermazioni positive subiscono delle piccole, piccolissime trasformazioni in grado, tuttavia, di preparare la strada al cambiamento richiesto dal paziente. In questo modo, un lavoro quotidiano e attivo della persona si accosta agli interventi terapeutici che applico nelle sedute, gettando i presupposti per la realizzazione di quel circolo virtuoso che alimenta le attività potenziandone i risultati benèfici. La ripetizione costante e intenzionale di alcune formule fisse, come le affermazioni positive, ha un grande impatto sullo stato di coscienza della persona, che tende ad accedere a un livello di maggiore rilassamento e di abbassamento della soglia del giudizio che è funzionale al sedimentarsi delle affermazioni positive sfruttando una disposizione ipnotica. Di fatto, ogni volta che ripetiamo delle formule a noi stessi, non facciamo altro che creare, perché dichiariamo le cose come se fossero già accadute. Il nostro cervello non distingue ciò che immaginiamo dalla realtà, ed è questa una delle chiavi di volta in grado di favorire la riprogrammazione dei contenuti inconsci per mezzo degli interventi in ipnosi. Attuare questa tecnica significa avviare un lavoro simile e parallelo a quello esperibile mediante le tecniche di visualizzazione, con le quali di regola lavoro in seduta con il paziente. In effetti, a ben vedere la ripetizione quotidiana delle affermazioni positive determina la visualizzazione mentale del loro contenuto, creando una sinergia con gli interventi terapeutici messi in campo in seduta. La riprogrammazione dell’inconscio rappresenta il fulcro di una terapia autobiografica, che consiste nel ricordare e riscrivere emotivamente episodi significativi della propria vita, ricostruendoli e rielaborandoli per conciliarsi con il passato e ritrovare una continuità del Sé.