Anoressia in gravidanza (pregoressia): intervenire con l’ipnosi
Che cos’è la pregoressia o anoressia in gravidanza
L’anoressia in gravidanza o pregoressia, deriva dalla fusione tra i termini “pregnancy” e “anorexia” (anoressia in gravidanza).
Questo disturbo del comportamento alimentare, tutto femminile, si caratterizza proprio per scaturire con la scoperta della gravidanza che genera una ossessione per l’inevitabile aumento di peso nel periodo gestazionale, connesso alla profonda angoscia del cambiamento fisico che la gravidanza comporta.
Tali pensieri disfunzionali hanno come conseguenza l’attivazione di comportamenti alimentari restrittivi e ossessivamente controllati, e si traducono in diete rigide e in eccessi di attività fisica.
Il comportamento alimentare
Il comportamento alimentare è un aspetto molto importante nella vita delle persone, e quando risponde a logiche disfunzionali è in grado di compromettere pesantemente la salute. L’anoressia, la bulimia, il binge eating disorder sono disturbi dell’alimentazione che comportano danni seri tanto allo stato di salute generale, quanto ai rapporti interpersonali di chi ne soffre.
Questo disturbo non è (ancora) annoverato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5), ma tuttavia rappresenta un trend di diffusione. Le stime epidemiologiche ci dicono che colpisce circa il 5% delle donne in attesa di un figlio ed è maggiormente diffuso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
I soggetti particolarmente a rischio
Un simile atteggiamento verso i cambiamenti fisiologici indotti dallo stato di gravidanza porta ad un significativo aumento dei rischi per la propria salute e per quella del nascituro.
La pregoressia sembra essere particolarmente diffusa nelle donne che prima della gravidanza hanno patito problematiche connesse ai disturbi alimentari.
La gravidanza è innegabilmente un periodo di grande trasformazione psico-fisica, durante il quale la donna deve ripensare a se stessa anche in termini identitari.
Cambiamento delle abitudini
Cambiano molte delle abitudini, ci si dedica ad uno stile di vita improntato su scelte salutari, si modificano gli equilibri ormonali. La mole di cambiamenti alla quale si va incontro può condurre anche soggetti completamente estranei ai disturbi della sfera alimentare a vivere un periodo di particolare vulnerabilità ed è in questo contesto che può fare esordio la pregoressia.
Occorre non dimenticare che le donne possono ulteriormente subire i condizionamenti connessi agli stereotipi offerti dai media, dove vediamo donne belle e famose che si mostrano in forma splendente subito dopo il parto.
La sintomatologia dell’anoressia in gravidanza
- tendenza ossessiva al calcolo delle calorie ingerite;
- eccessiva attenzione al proprio aspetto fisico (controllo maniacale del peso);
- tendenza a saltare i pasti;
- allenamenti fisici eccessivi e prolungati;
- condotte di compensazione alle calorie ingerite, come per esempio uso di diuretici e lassativi, ricorso al vomito
- sensazione di distacco verso il nascituro e la gravidanza.
Ricadute sul piano fisico
Le ricadute sul piano fisico di un tale comportamento alimentare possono essere:
- ipertensione;
- anemia;
- carenza di calcio nelle ossa;
- diabete gestazionale;
- aborto spontaneo.
L’intervento psicoterapeutico necessario
L’impossibilità di accettare il corpo che cresce e cambia, l’ipercontrollo delle calorie ingerite durante la giornata, il ricorso maniacale a condotte di compensazione costituiscono una serie di comportamenti che necessitano di essere affrontati dai medici che si occupano della gestante. In molti casi, occorre predisporre interventi terapeutici a tutela della donna e del nascituro.
Gli obiettivi psicoterapeutici perseguiti nel trattamento delle donne che presentano questo genere di comportamenti restrittivi sul piano alimentare mirano, fondamentalmente, alla rielaborazione dei termini del conflitto interno alla base dei sintomi, con particolare riguardo alle credenze disfunzionali connesse alla percezione del difetto fisico.
L’ipnosi e l’anoressia in gravidanza
Per mezzo dell’ipnosi, è possibile accedere al c.d. “stato dissociato dell’ego” risalendo alle premesse psichiche che hanno fatto da sfondo all’esordio del disturbo.
Un tale percorso aiuta la comprensione sia da parte del terapeuta, sia da parte della paziente stessa, riguardo le ragioni soggiacenti la restrizione alimentare e i conseguenti comportamenti compensatori, la percezione distorta dell’immagine corporea e le fantasie fobiche relative all’alimentazione.
Le suggestioni ipnotiche
Inoltre, la psicoterapia strategica combinata con l’ipnosi consente di guidare la paziente verso l’acquisizione di strategie e percezioni di controllo maggiormente adeguate, che vanno a porsi in alternativa al controllo mentale esercitato con il conteggio maniacale delle calorie, per esempio.
Per mezzo delle suggestioni ipnotiche, infine, è possibile portare la persona a una ristrutturazione percettiva più sana della propria immagine corporea, a un atteggiamento più salutare e consapevole verso la gravidanza, favorendo e anticipando l’incontro emotivo con il bambino che porta in grembo, che necessita di nutrimento tanto “fisico” quanto affettivo.
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