IPNOSI: SMENTIAMO LE FALSE CREDENZE (SECONDA PARTE)

 In Quando usare l'ipnosi

Quando si affrontano i temi connessi con le procedure ipnotiche, tendono a sollevarsi tante domande nelle persone che per curiosità o per ricerca personale si avvicinano a questa pratica terapeutica. L’ultimo articolo pubblicato nella sezione del sito dedicata agli approfondimenti (https://www.ipnosistrategicaroma.it/%EF%BB%BFipnosi-smentiamo-le-false-credenze/) ha sollecitato molti utenti a scrivermi in privato per ottenere ulteriori chiarimenti sulle caratteristiche della trance. Ed è questa la ragione per cui ho ritenuto opportuno scrivere una seconda parte dell’articolo, che sia maggiormente esaustiva rispetto alle perplessità e alle paure che accompagnano chi desidera approfondire gli impieghi dell’ipnosi come dispositivo terapeutico.
IL PAZIENTE HA BISOGNO DI ESSERE RISVEGLIATO PER POTER USCIRE DALLO STATO DI IPNOSI? Un timore diffuso sembrerebbe essere quello connesso al risveglio. In altre parole, c’è chi sostiene che, una volta in trance, il paziente non sia in grado di abbandonare lo stato ipnotico in maniera autonoma. Si tratta di una credenza del tutto falsa dal momento che, a prescindere dalle specifiche tecniche impiegate per indurre l’ipnosi, la trance resta comunque uno stato indotto dalle stimolazioni suggestive del terapeuta. Se l’operatore dovesse allontanarsi dalla stanza di terapia e, di conseguenza, tali stimolazioni cessassero, va da sé che non vi sarebbe più alcuna possibilità di alimentare lo stato ipnotico, e questo determinerebbe il decadimento automatico dell’ipnosi, ovviamente nel rispetto tempi naturali di ciascun paziente. In particolare, potrebbero verificarsi due eventualità: il soggetto si accorge dell’allontanamento del terapeuta e dunque si desta; il paziente non si accorge immediatamente che l’operatore si è allontanato (questo testimonierebbe l’alto valore del processo di focalizzazione interna) e quindi, in assenza di stimolazioni da parte del terapeuta, potrebbe cadere in un sonno più ho meno profondo dal quale avrebbe un risveglio del tutto naturale e secondo i suoi tempi. Dal momento che l’ipnosi della quale si discute sul mio sito è una procedura terapeutica finalizzata alla risoluzione del disturbo oppure del problema presentato dal paziente nell’ambito di uno specifico setting psicologico, e non un dispositivo impiegato allo scopo di fare spettacolo, posso peraltro garantire che mai l’operatore abbandonerebbe il paziente in stato di ipnosi, in quanto le sue condotte sono oggetto di precise disposizioni in materia deontologica. In altre parole, questa falsa credenza sull’ipnosi non trova fondamento tanto nel funzionamento della mente in trance, quanto nella condotta dello psicologo.
CHI FA IPNOSI POSSIEDE SPECIFICI POTERI MENTALI. Ulteriore falsa credenza sull’ipnosi è determinata dalla paura di sottoporsi alle procedure con un terapeuta che appare in una condizione di potere non solo dovuta al suo ruolo terapeutico, appunto, ma dovuta anche alla sensazione di asimmetria che secondo alcuni sarebbe riferibile al fatto che l’operatore sia una persona dotata di particolari poteri mentali. Posso senz’altro affermare che, in verità,l’ipnosi è una capacità come tante altre e che chiunque desideri apprenderla può farlo nella misura in cui metta a disposizione la sua volontà di imparare e disponga dei titoli per poi svolgere in un modo deontologicamente corretto le pratiche della trance. Ovviamente, come per qualsiasi altra competenza, è possibile che alcune persone risultino più predisposte di altre in questo preciso campo di apprendimento. In effetti, l’ipnosi è una forma di comunicazione complessa, e questo determina alcune peculiarità di questa materia, per apprendere la quale è necessario l’impegno. Tuttavia, ci tengo a mettere in risalto che ciascuno di noi può imparare, superando gli ostacoli con pazienza, impegno, e pratica deliberata.
SOLO LE PERSONE PSICOLOGICAMENTE FRAGILI POSSONO ANDARE IN TRANCE. Anche questo luogo comune è del tutto infondato! La debolezza non ha nulla a che vedere con la capacità delle persone di accedere allo stato di ipnosi. Potremmo invece dire il paziente in ipnosi vede particolarmente attive alcune funzioni cognitive superiori tra cui la capacità di concentrazione (in taluni casi, di concentrazione psichica passiva), di immaginazione e visualizzazione, e addirittura di pianificazione. Questa precisazione rende conto di come trance e debolezza mentale siano due condizioni del tutto sconnesse.
Per ulteriori informazioni, visita le pagine del sito oppure scrivimi: marianovellagrimaldi@gmail.com

Dott.ssa Maria Novella Grimaldi
Dottoressa Maria Novella GrimaldiDa circa 20anni esperta di ipnosi strategica, ipnoterapia ericksoniana, ipnosi dinamica e regressiva. Laureata in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzata in Approccio Breve e Strategico. Da anni utilizzo quotidianamente questo approccio insieme all’ipnosi, durante il percorso terapeutico l’attenzione non viene posta sul passato ma sul presente e sul futuro. Questo tipo di intervento si avvale di tecniche specifiche tra cui ricordo il Training Autogeno, la desensibilizzazione sistematica, l’ipnosi etc. Oltre ad usare le tecniche di rilassamento e l’ipnosi in ambito clinico conduco presso l’Istituto per lo Studio Delle Psicoterapie corsi, riservati a medici e psicologi, per conduttori di Training Autogeno, Tecniche Ipnotiche e R.A.T. Mail: marianovellagrimaldi@gmail.com
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