Sessuofobia e Ipnosi
La sessuofobia rappresenta un disturbo che secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, giunto nel 2013 alla quinta edizione (DSM 5), è compreso nell’ampia categoria relativa alle disfunzioni sessuali. Tuttavia, occorre precisare alcune specifiche sulla sessuofobia perché, in effetti, si tratta di una disfunzione che occupa un territorio liminale, coinvolgendo tanto la sfera della sessualità tanto l’area fobico-ansiosa. Il DSM descrive la sessuofobia come un atteggiamento di avversione e/o rifiuto generalizzato nei confronti dei rapporti sessuali e delle iniziative erotiche, dalle quali la persona si protegge mediante evitamento attivo. La sfera sessuale risulta, dunque, inibita per mezzo della negazione dell’erotismo e dell’attività sessuale. Tuttavia, gli individui sessuofobici possono conseguire rapporti sessuali perfino completi, dai quali, però, non si sentono coinvolti, non traggono piacere e sono vissuti alla stregua di uno scomodo dovere. Per quanto concerne le modificazioni intercorse nel passaggio dal DSM IV-TR all’attuale edizione del Manuale, occorre specificare che il disturbo da avversione sessuale è stato eliminato dalle categorie principali e relegato in “Altre Disfunzioni Sessuali Specifiche” per due ordini di motivi: 1) si tratta di un disturbo estremamente raro (o difficile da diagnosticare, anche per la riservatezza delle persone rispetto alla sfera intima); 2) i dati dalla comunità scientifica su questa disfunzione risultano ancora molto scarsi. Per quanto riguarda i soggetti che presentano aperta avversione e/o rifiuto agli stimoli e alle situazioni con richiamo sessuale, gli autori sono concordi nel ritenere maggiormente calzante la diagnosi di Fobia Specifica. Dunque, se la prevalenza del corredo sintomatologico è rivolta all’assenza del desiderio e del piacere ed è caratterizzata da un rifiuto generalizzato per le pratiche sessuali, possiamo parlare di sessuofobia. Quando, invece, la prevalenza dei sintomi descrive paura o ansia marcata specificatamente indirizzata al sesso, ricorrono le condizioni per porre diagnosi di Fobia Sessuale. In quest’ultimo caso, la sessualità rappresenta una situazione che il fobico evita attivamente a causa di ansia e paura marcate, a fronte del fatto che non vi sono imminenti e reali pericoli per la persona. A ben vedere, lo stimolo fobico associato alla sessualità potrebbe avere un richiamo molto arcaico, risalente agli ambienti in cui si è evoluta la nostra specie, connettendosi a problematiche di tipo igienico e riproduttivo. In ogni caso, le persone che soffrono di Sessuofobia, sia classificata nell’area della disfunzione sessuale, sia nell’area fobico-ansiosa, vivono una condizione di disagio clinicamente significativo con compromissione del funzionamento in ambito sociale, relazionale e affettivo. In ragione di queste importanti implicazioni, è importante intervenire con un trattamento psicoterapeutico mirato, volto al superamento delle credenze alla base dei sintomi. Una psicoterapia strategica combinata con l’ipnosi, come quella che propongo a questa categoria di pazienti, si configura come una scelta efficiente ed efficace, utile per:
• indagare le situazioni maggiormente evitate o temute a partire dal loro significato simbolico (di regola le situazioni temute rappresentano oggetti interni paurosi e inaccessibili);
• esplorare il periodo di esordio del disturbo;
• conoscere le tentate soluzioni al problema che, anziché aver prodotto condotte di soluzione, hanno alimentato e mantenuto attiva la disfunzione;
• valutare eventuali dinamiche connesse al vantaggio di mantenere in vita il comportamento sessuofobico.
Attraverso la trance ipnotica è possibile tornare indietro alle circostanze del passato nel corso delle quali il sintomo si è sviluppato, sostenendo il paziente nella comprensione dei fattori fisiologici e psicologici in lui attivi quando si interfaccia alla sessualità. Inoltre, dal momento che tale disturbo è spesso associato alla scarsa autostima, l’ipnosi diventa un valido strumento per rafforzare l’Io e aumentare il senso di autoefficacia della persona, anche mediante la promozione di una maggiore conoscenza della propria sessualità.
Riferimento Bibliografico
American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione (DSM-5), Raffaello Cortina editore