Superare la paura del buio con l’ipnosi
Che cosa si intende per paura del buio
La paura del buio o acluofobia è un disagio che a qualche livello investe tutti e che quasi sempre accompagna alcuni stadi di crescita nel corso della prima infanzia e dell’infanzia.
A ben vedere, una certa dose di paura è da considerarsi naturale non solo nel bambino ma anche nell’adulto. Si tratta di una risposta adattiva a un ambiente nel quale non siamo in grado di orientarci, come di norma avviene in condizioni di illuminazione e nel quale rinunciamo temporaneamente al senso maggiormente privilegiato della nostra specie: la vista.
Generalmente la paura del buio non è timore dell’oscurità in sé, bensì paura dei potenziali pericoli che il buio può celare. Avere una certa dose di timore quando si permane in ambienti non illuminati, oppure durante un black out, oppure ancora avvertire un senso di disagio – anche netto – se l’oscurità di coglie di sorpresa in un ambiente che non ci è familiare, sono risposte del tutto normali.
Quando si tratta di fobia vera e propria
Eppure vi sono condizioni specifiche in cui questo timore assume i connotati di una vera e propria acluofobia, tale da rendere necessario un inquadramento diagnostico e un intervento terapeutico.
Il paziente acluofobico esprime un’ansia intollerabile quando si trova in condizioni di oscurità o semplicemente all’idea di trovarvisi. Questa paura assume tratti invalidanti per la persona, che evita attivamente tutta una serie di contesti, anche sociali, nei quali il rischio dell’oscurità può apparire più probabile.
Il disturbo fobico è innescato, quindi, dalla percezione alterata e disfunzionale del cervello relativa a ciò che potrebbe accadere in un ambiente oscuro. Questa sensazione terrifica ha ricadute quotidiane, come il rifiuto di dormire con le luci spente. In questa particolare condizione psicologica, il buio nasconderebbe alla vista le persone e gli oggetti conosciuti e familiari.
I sintomi psicologici e somatici
Una forma severa della paura del buio produce sintomi psicologici e somatici. Tra i sintomi psicologici:
- incapacità di parlare o pensare chiaramente;
- senso di distacco dalla realtà;
- angoscia e timore di morire;
- ideazione paranoide.
Tra i sintomi fisiologici e somatici:
- secchezza orale;
- nausea;
- sudorazione eccessiva;
- aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria;
- percezione di perdere i sensi.
Le strategie per mascherare la paura del buio
Allo scopo di contrastare i vissuti di ansia e paura, la persona che soffre di acluofobia mette in atto tutta una serie di strategie per evitare la situazione temuta, e lo fa sia attivamente, sia in maniera inconscia.
Ad esempio, l’esperienza clinica evidenzia che il paziente acluofobico tenta in tutti i modi di evitare di esporsi al buio, per esempio ritardando l’ora di andare a coricarsi per il sonno notturno e, spesso, seguendo un vero e proprio rituale di verifica e controllo che porte e finestre siano ben chiuse, che nessuna presenza sia nascosta in casa ecc.
A ciò si aggiunge che il paziente può spingersi a richiedere la compagnia di un familiare o comunque di una persona di fiducia, il che lo espone a gravi limitazioni per l’indipendenza personale.
Da notare che, sul piano epidemiologico, la paura del buio è quasi fisiologica nell’infanzia e poco comune nell’età adulta. Da questo dato può derivare anche una reale difficoltà per la persona acluofobica di parlare del suo problema e confrontarsi con i suoi affetti, innescando un circolo vizioso che può aggravare il sintomo e portare isolamento.
L’effetto positivo dell’ipnosi sulla paura del buio
La paura del buio appartiene a una categoria di manifestazioni, i disturbi fobici, con le quali l’ipnosi ha dimostrato una ottima efficacia.
La psicoterapia strategica combinata con le tecniche ipnotiche consente, infatti, di accedere in tempi brevi tanto alle fantasie terrifiche attuali quanto alle cause remote di innesco della fobia, aggirando le resistenze della persona.
La paura del buio rappresenta una forma d’ansia che emerge perché il soggetto sente di perdere il controllo su ciò che gli accade intorno, e questo attiva fantasie di esposizione a pericoli potenziali o immaginari, associate a una scarica emotiva incontrollabile.
La fobia dell’oscurità è perlopiù da riferirsi all’ansia di separazione, apparendo connessa a un attaccamento disfunzionale nei confronti dei propri genitori in età infantile (ad esempio, comportamenti iperprotettivi che hanno impedito al soggetto di misurarsi con prove alla sua portata, procurandogli insicurezze).
Può anche evocare episodi traumatici verificatisi durante la crescita. Dal punto di vista operativo, la paura del buio può essere affrontata ristrutturando le credenze cognitive che scatenano la reazione fobica, ripercorrendo i ricordi traumatici che hanno innescato il sintomo e rileggendo gli stessi in una chiave evolutiva funzionale.
Il trattamento in ipnosi, inoltre, attraverso la visualizzazione guidata espone la persona alla sua paura. In tal senso, la persona comincia a percepire se stessa “capace di” e gradualmente sarà in grado di concordare con il terapeuta azioni finalizzate a familiarizzare con il buio nella realtà, per esempio programmando delle piccole attività da svolgere che interferiscono con i rituali di evitamento.
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