Superare la paura dello sporco con l’ipnosi

 In Quando usare l'ipnosi

Che cosa si intende per rupofobia

La paura dello sporco  e della contaminazione (rupofobia), si colloca a metà strada tra l’atteggiamento fobico e il disturbo ossessivo compulsivo. La persona che soffre di rupofobia vede la propria vita pesantemente condizionata dal bisogno impellente di ripetere azioni finalizzate alla pulizia e alla disinfezione tanto di sé, quanto dell’ambiente circostante. Nelle forme più severe, tale tendenza fobica è in grado di limitare pesantemente la quotidianità del soggetto.

La paura della contaminazione può arrivare a condizionare il suo stile di vita, le sue scelte, le esposizioni ad ambienti e contesti e, conseguentemente, può avere un impatto significativo anche per il mondo relazionale.

La diagnosi vera e propria

Dal punto di vista dei segnali clinici della rupofobia, la diagnosi generalmente viene posta in accordo con il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, giunto alla sua quinta edizione (DSM 5) che descrive il comportamento fobico secondo i seguenti criteri:

a) paura o ansia marcate verso un lo sporco o il pericolo della contaminazione;
b) la situazione o l’oggetto con caratteristiche fobiche provocano quasi sempre immediata paura o ansia;
c) la situazione o l’ oggetto fobico sono attivamente evitati dall’individuo oppure sopportati con paura o ansia intense;
d) la paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifica, con riferimento anche al contesto socio culturale;
e) la paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per sei mesi o più;
f) la paura, l’ansia o l’evitamento provocano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o di altre aree importanti;
g) il disturbo non è meglio spiegato dei sintomi di un altro disturbo mentale, tra cui la paura, l’ansia l’evitamento di situazioni associate a simili al panico o altri sintomi invalidanti.

Paura dello sporco o disturbo ossessivo compulsivo?

Fermo restando questo corretto inquadramento diagnostico, la fobia dello sporco tende a collocarsi lungo un continuum che, a partire dalla polarità fobica, può tramutarsi in un atteggiamento che può essere ben descritto anche dai criteri del disturbo ossessivo compulsivo.

La persona rupofobica generalmente presenta espressioni compulsare. Accanto alle condotte di evitamento vi sono tutta una serie di rituali di lavaggio e igiene delle mani, del corpo, degli oggetti che si toccano, di elementi della casa, degli indumenti indossati ecc., che hanno il carattere della reiterazione e dell’irrazionalità, risultando per lo più incontrollabili per il soggetto.

La letteratura scientifica e le esperienze cliniche evidenziano come in molti casi la rupofobia scaturisca da un conflitto morale inconscio, spesso connesso all’educazione genitoriale.

Frequentemente, infatti, chi soffre di questo disturbo ha ricevuto un’educazione autoritaria e repressiva, ad opera di un’autorità parentale estremamente rigida, che ha contribuito a realizzare l’associazione secondo la quale “ciò che è naturale” (la sporcizia con cui si entra in contatto da bambini attraverso il gioco, il sudore e le secrezioni ecc.) rappresentino qualcosa di sbagliato, da cui doversi ripulire.

Il percorso terapeutico con l’ipnosi

Attraverso lapsicoterapia strategica in combinazione con l’ipnosi risulta possibile evocare l’origine di questi fenomeni, tornando i vissuti emozionali ai circoli viziosi (familiari, affettivi, contestuali) che hanno costituito l’innesco per lo sviluppo della rappresentazione fobica nella mente del paziente, procedendo a una rielaborazione dei contenuti capace di generare una nuova percezione degli oggetti e delle situazioni che hanno costituitolo stimolo fobico e che, grazie all’intervento psicoterapeutico, perdono la loro funzione terrifica.

A sostegno dell’efficacia di psicoterapie combinate con la trance ipnotica, sono stati condotti diversi studi scientifici negli ultimi trent’ anni. Una recente raccolta di ricerche su questo tema ha evidenziato come l’associazione dell’ipnosi alle terapie convenzionali per questa categoria di disturbi aumenti in maniera significativa la percentuale di pazienti ansiosi trattati con successo (Corydon Hammond, 2010).

Riferimenti bibliografici

American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione (DSM-5), Raffaello Cortina editore
Corydon Hammond D. (2010), Hypnosis in the treatment of anxiety- and stress-related disorders. Expert Review of Neurotherapeutics, 10(2), 263–273.

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Dott.ssa Maria Novella Grimaldi
Dottoressa Maria Novella GrimaldiDa circa 20anni esperta di ipnosi strategica, ipnoterapia ericksoniana, ipnosi dinamica e regressiva. Laureata in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzata in Approccio Breve e Strategico. Da anni utilizzo quotidianamente questo approccio insieme all’ipnosi, durante il percorso terapeutico l’attenzione non viene posta sul passato ma sul presente e sul futuro. Questo tipo di intervento si avvale di tecniche specifiche tra cui ricordo il Training Autogeno, la desensibilizzazione sistematica, l’ipnosi etc. Oltre ad usare le tecniche di rilassamento e l’ipnosi in ambito clinico conduco presso l’Istituto per lo Studio Delle Psicoterapie corsi, riservati a medici e psicologi, per conduttori di Training Autogeno, Tecniche Ipnotiche e R.A.T. Mail: marianovellagrimaldi@gmail.com
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